mercoledì 16 gennaio 2008

Rassegna stampa tratta dal Gazzettino, edizione di Padova

Di seguito sono raccolti gli articoli apparsi sul Gazzettino nella edizione di Padova attinenti al Parroco di Ronchi. Nell'ultimo articolo (a data 16.01.08) di questo post è presente la nostra posizione.
Preciso che abbiamo ritenuto doveroso intervenire come PD per ricondurre la vicenda alle sue giuste dimensioni e palesare che il problema non sono i rom o il parroco di Ronchi, ma la Lega che cerca solo visibilità. Ed in secondo luogo perché chi non si riconosce in certe posizioni sappia che ci siamo ancora, e sappiamo far sentire la nostra voce.

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Edizione del 5/1

Villafranca padovana . Tensione fra il consiglio pastorale e don Antonio Bigolin, parroco di Ronchi di Campanile, per l'ormai nota vicenda della famiglia di rom che da tempo vive in un camper parcheggiato nel terreno parrocchiale attiguo alla canonica, con il consenso del sacerdote. Neppure il parroco fa mistero del fatto che questo suo spirito di carità non sia totalmente condiviso dal consiglio pastorale; i membri del consiglio vorrebbe infatti che don Antonio si impegnasse anche in altre forme di carità.

Una vicenda che ha portato a Ronchi di Campanile anche due inviati della Curia che ieri mattina hanno fatto visita al parroco, come lui stesso ha confermato, per affrontare il problema. "In modo sereno abbiamo parlato della situazione - ha detto don Antonio -, hanno appoggiato questo mio impegno di carità e si sta concordando il modo più opportuono per spiegare alla comunità questo impegno e il mondo dei rom. Il consiglio pastorale non è d'accordo con quello che faccio, voglio ricordare che per questo non vengono toccati i soldi della parrocchia".Sul fronte della richiesta della residenza per la famiglia rom, avanzata dal sacerdote un mese fa in Comune, don Antonio ha precisato: "Mi è stato detto dal sindaco che non ci sono i requisiti per concedere la residenza, i bambini vanno a scuola e il papà sta cercando lavoro e una volta che l'avrà trovato se ne riparlerà. Non fanno accattonaggio, stanno cercando di sistemarsi".Barbara Turetta




VILLAFRANCA Dopo un mese è giunto il no del Comune alla richiesta fatta per conto dei sei stranieri dal parroco di Ronchi di Campanile
Negata la residenza ai rom ospiti del prete (Edizione del 6/1)
Il vicesindaco Giuseppe Conte: «Abbiamo firmato l’ordinanza di diniego, non esistono i presupposti per concederla»
Villafranca

Una cosa è certa: la famiglia di etnia rom che da oltre due anni vive in una roulotte parcheggiata nel terreno della parrocchia di Ronchi di Campanile, con il consenso del parroco don Antonio Bigolin, non ha alcuna probabilità di ottenere la residenza nel Comune di Villafranca Padovana .

La richiesta avanzata dal sacerdote un mese fa di concedere la residenza ai sei componenti della famiglia rom (padre, madre e quattro figli) è stata respinta proprio in questi giorni dall'amministrazione comunale. Alla base del "no" c'è la mancanza dei requisiti fondamentali previsti dalla legge. E per farlo non c'è stato bisogno della famosa ordinanza antisbandati promossa dal sindaco di Cittadella Massimo Bitonci, che a Villafranca non è stata adotta, ma è bastato applicare le leggi esistenti.

«Proprio venerdì è stata firmata un'ordinanza di diniego della residenza, perché non ci sono i presupposti di legge per concederla - dice in merito alla vicenda il vicesindaco di Villafranca , Giuseppe Conte - Quella di Ronchi è una situazione ormai diventata insostenibile. Abbiamo avuto anche un incontro con don Antonio, dove abbiamo cercato di fargli capire che comprendiamo il suo senso di carità, ma che non è il caso di andare oltre con questa situazione. Lo abbiamo invitato ad allontanare i rom dal terreno della canonica. Non solo per non continuare ad alimentare i malumori e i problemi che da tempo lamentano i cittadini. Ma anche per salvaguardare l'incolumità stessa del sacerdote, che già in qualche occasione è stata messa a rischio». Lui però non ha dato ascolto agli amministratori e ha continuato dritto per la sua strada.

La vicenda della solidarietà di don Antonio nei confronti di rom e extracomunitari, in particolare nei confronti della famiglia che vive nel terreno della parrocchia, si trascina dietro da tempo i malumori non solo dei parrocchiani, ma anche degli stretti collaboratori del sacerdote. Lo stesso parroco non ha fatto mistero della contrarietà del consiglio pastorale al suo operato e delle divergenze che ci sono state con il vicepresidente Paolo Bocchese. Ma nonostante il complicarsi della situazione, don Antonio è convinto delle bontà delle sue azioni caritatevoli, ed è fermamente intenzionato a proseguirle.

«Il capofamiglia sta cercando lavoro - ha detto il sacerdote - abbiamo stilato un curriculum, ma non è facile trovare. Tre dei quattro bambini vanno a scuola. Non è vero che creano confusione, me lo hanno confermato le insegnanti. Sono persone rispettose che hanno bisogno di aiuto e quello che faccio per loro non lo faccio con i soldi della parrocchia come qualcuno insinua».

Barbara Turetta




ECCO COME I LEGHISTI PROTEGGERANNO IL LORO DON
Ronde parrocchiali, si parte con la messa di sabato (Edizione del 8/1)

Villafranca Padovana (b.t.) «Si terrà d'occhio l'area della canonica e del sagrato della chiesa prima e dopo le messe del sabato e della domenica. Quelli sono i momenti in cui spesso don Antonio viene avvicinato da chi vuole approfittare del suo spirito di carità». Alessandro Paiusco, segretario locale della Lega, da il via al monitoraggio della parrocchia con l'obiettivo di scoraggiare chi si avvicina a don Antonio Bigolin per approfittare della sua carità. «Il popolo veneto è sempre stato per la solidarietà e l'accoglienza e noi non vogliamo contrastare l'operato di don Antonio, ma solo porre fine all'illegalità che approfitta del suo senso di carità mettendo in pericolo anche la stessa incolumità del sacerdote. Voglio precisare che noi non ci muoviamo per difendere i rom e neppure vogliamo un campo nomadi nel nostro territorio, ma per scoraggiare quel giro di persone che vengono a Ronchi solo per approfittare di don Antonio. Non cerchiamo lo scontro, ma vogliamo che ci vedano e capiscano che ci siamo». Un profondo senso di carità nel quale il sacerdote vuole continuare ad adoperarsi, anche se in qualche occasione gli è costato degli alterchi con le persone che aiuta. E' invece alla ricerca di un lavoro e di una sistemazione stabile la famiglia rom che da novembre vive in una roulotte parcheggiata nel cortile della canonica. Daniela e il marito Giuliano, lei originaria di Trieste e lui di Brescia, non hanno mai avuto la possibilità di vivere in un'abitazione e non avendo trovato lavoro a Pistoia sono venuti a Villafranca , con i loro quattro figli, per chiedere aiuto a don Antonio che li ha accolti. Loro si sentono di non avere nulla a che fare con le persone che approfittano di don Antonio, hanno anche rifiutato l'offerta di vivere in canonica continuando a dormire tutti e sei nel loro camper.



VILLAFRANCA Scattate ieri alla messa per tenere lontano da Ronchi chi approfitta della generosità del prete che protegge i rom
Via alle ronde, il parroco le appoggia (Edizione del 13/1)
Don Antonio ammette i pericoli: «Rubano in canonica, una volta mi hanno salvato i carabinieri»
Villafranca Padovana

"Carità cristiana sì - Ipocrisia no!". Questo lo slogan che accompagnerà i presìdi della Lega organizzati nella parrocchia di Ronchi di Campanile durante le messe del sabato e della domenica. Obiettivo dell'iniziativa: scoraggiare quegli individui che si avvicinano a don Antonio Bigolin solo per approfittare della sua carità. Ieri pomeriggio il segretario locale del partito Alessandro Paiusco e il collega Nicola Moda hanno dato il via all'iniziativa "sorvegliando" il sagrato della chiesa prima e dopo la messa prefestiva. Con la loro presenza in piazza nei fine settimana, ben visibili accanto alle bandiere sistemate sul marciapiede, i rappresentanti del Carroccio vogliono mettere fine al via vai di extracomunitari e rom che da tempo bussano alla porta del sacerdote non perché hanno un effettivo bisogno, ma solo per avere facile accesso ad una "mancetta".

«Ci rivolgiamo ai parrocchiani affinché tengano d'occhio il sagrato e la parrocchia anche durante la settimana e segnalino a vigili e carabinieri situazioni poco chiare che possono mettere in pericolo l'incolumità del sacerdote - ha detto Paiusco - ma ci aspettiamo che anche il parroco ci venga incontro. Speriamo che i presìdi, che intendiamo proporre per diverso tempo, servano ad allontanare chi viene qui solo per approfittare della carità, ma senza un effettivo bisogno. Accanto alla canonica c'è l'asilo e dietro c'è una scuola, e la sicurezza va garantita a bambini e genitori, a chi viene in parrocchia la sera per lavorare per la comunità e ai residenti».

Don Antonio, pur rimanendo fermo sulla convinzione di operare secondo il Vangelo, ammette di avere vissuto delle brutte esperienze e accoglie positivamente questa iniziativa: «Un po' di tempo fa ho vissuto un momento difficile e sono stato aiutato da una famiglia e dai Carabinieri. Anch'io mi sono trovato costretto ad allontanare delle persone pericolose. Ogni tanto mi sparisce anche qualcosa dalla canonica, l'altro giorno cercavo l'ombrello che non ho più trovato. Credo che questa attenzione sia un gesto di avvicinamento. La carità io la faccio personalmente e ho la fortuna di avere l'appoggio della mia famiglia». Quello che ora il sacerdote chiede è che venga dato un lavoro a Giuliano, il capofamiglia del nucleo familiare che vive nella roulotte che il don ospita accanto alla canonica. "E' una brava persona e ha la volontà di lavorare, che vengo messo alla prova - ha ribadito il sacerdote - con loro non ho problemi. I bambini hanno bisogno di mangiare e di vivere in buone condizioni». Anche oggi i rappresentanti della Lega "sorveglieranno" il sagrato durante l'orario delle messe.

Barbara Turetta


VILLAFRANCA. DA CHINELLATO (PD)
Solidarietà a don Bigolin (Edizione del 16.01.08)
Villafranca Padovana

(Ba.T.) Il Partito Democratico di Villafranca , coordinato dall'ex sindaco Mario Chinellato, non condivide l'azione di monitoraggio della Lega che si è mobilitata nella parrocchia di Ronchi per "allontanare chi approfitta della generosità di don Antonio Bigolin".

«A nome del Partito Democratico - scrive Chinellato - esprimo la piena solidarietà al parroco di Ronchi contro gli attacchi razzisti degli esponenti politici della Lega, attacchi contro un anziano parroco che cerca di testimoniare la carità cristiana. Fin dai tempi della mia amministrazione il problema è stato gestito con discrezione e non è mai degenerato. Il problema dei Rom non si risolve con i gesti e le frasi demagogiche, ma con una politica dei diritti pretendendo da loro, allo stesso tempo, coraggio nell'integrazione e rispetto delle tradizioni e della cultura del paese che li ospita».

«La Lega esaspera questa situazione - prosegue Chinellato - solo per avere visibilità sui giornali e per sviare l'attenzione di cittadini dai veri problemi che, come forza politica che amministra il Comune dal 2004 ha solo contribuito ad aggravare. Il PD chiede ai cittadini di Ronchi: è peggio una roulotte con una famiglia Rom o certe urbanizzazioni che si vedono solo entrando a Ronchi?».